“Rise Son of Cygna”: le prime parole che compaiono sullo schermo, accompagnate da un’animazione che mi lascia a bocca aperta. Era la prima volta che giocavo a Loom, il capolavoro della Lucasfilm, a casa di un amico. All’epoca, possedere un PC performante era un lusso paragonabile all’acquisto di un’auto di fascia alta, e per giocare al meglio era necessario dotarsi di schede audio come le Roland, che costavano un occhio della testa.
La magia di Loom
Rimasi incantato dalla colonna sonora, basata sul Lago dei Cigni di Tchaikovsky, e dalla storia avvincente. Ma prima di iniziare il gioco, ci imbattemmo in un ostacolo: una musicassetta con la narrazione della storia precedente, completamente in inglese. A circa 11 anni, era incomprensibile per noi. Ma l’emozione di aprire la confezione “Big Box” (all’epoca costose), di sfogliare il Book of Patterns e di leggere gli incantesimi che avremmo trovato nel gioco era impagabile.
Un protagonista e un’ambientazione unici
Il protagonista, Bobbin, un diciassettenne che per noi era un vero adulto, era prossimo alla maturità. In un mondo ambientato 8000 anni dopo il nostro, all’alba entra in un villaggio e si dirige verso una tenda grande come una cattedrale. All’interno, sua madre adottiva viene trasformata in un cigno dagli anziani del villaggio, che a loro volta subiscono la stessa sorte e scompaiono attraverso un varco dimensionale. Una serie di eventi al di fuori del comune, in una narrazione che si distacca da qualsiasi schema classico. L’unica arma a disposizione di Bobbin è un bastone magico con cui eseguire melodie per avanzare nel gioco.
Un’opera d’autore
Loom è un titolo conosciuto da una nicchia di appassionati, ma anche da tutti gli amanti dei giochi punta e clicca. È un’opera di Brian Moriarty, prodotta dalla LucasFilm (ora LucasArts), e si percepisce la cura e la passione profusa in questo progetto. Un’opera personale che non si allontana dal suo obiettivo, a differenza di molti titoli moderni creati da team di sviluppo composti da decine di persone, come avviene nell’industria cinematografica.
Un tuffo nel passato
Non a caso, la Limited Run Games ha ricreato la confezione “Big Box” di Loom, insieme ad altri classici degli anni ’80 e ’90, per permettere ai giocatori di rivivere l’emozione di quel periodo e di approfondire la storia del gioco. Grazie a questa riedizione, ho potuto leggere e informarmi di più su Loom, scoprendo segreti che non conoscevo. Ad esempio, in modalità esperto è possibile accedere a una sequenza dove viene rivelato il vero volto di Bobbin (e capire anche che fine abbia fatto Coob: credo sia finito in Monkey Island!).
Di seguito un video Unboxing
Conclusione
Loom è un gioco senza tempo, capace di emozionare ancora oggi con la sua storia avvincente, la sua colonna sonora indimenticabile e la sua atmosfera magica. Un’esperienza imperdibile per tutti gli amanti dei giochi punta e clicca e per chi desidera vivere un’avventura davvero unica.
Per un’esperienza ancora più coinvolgente:
Vi consiglio di giocare a Loom nella sua versione originale per DOS, utilizzando una scheda audio Roland per un’esperienza sonora ottimale.
Potete trovare la versione CD in italiano, alcuni dialoghi sono stati tagliati.
Ho usato l’IA per tradurre il book of pattern di look. La traduzione non è perfetta, ma è comprensibile.
Per approfondire la storia e i segreti del gioco, visitate il sito Lucasdelirium, un vero e proprio punto di riferimento per tutti i fan dei giochi LucasArts.